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Porte aperte alle donne per il progetto Movis dell’ospedale di Urbino

La dottoressa Rita Emili (a destra) e la professoressa Elena Barbieri. Al centro il vicesindaco di Acqualagna Antonella Marchetti

La dottoressa Rita Emili (a destra) e la professoressa Elena Barbieri. Al centro il vicesindaco di Acqualagna Antonella Marchetti

URBINO – Pedalare e ancora pedalare, sempre più forte. Come i grandi del ciclismo sfidavano le cime più impervie, c’è un gruppo sempre più numeroso di donne che pedalando punta a buttarsi alle spalle l’incubo del tumore al seno e migliorare la qualità della propria vita, riconquistando lavoro, svaghi e affetti.

È quello che faranno le donne coinvolte nel progetto Movis – Movimento e salute oltre la cura – nato dalla collaborazione tra numerose istituzioni: l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’unità operativa di Oncologia, di Cardiologia, di Patologia clinica, di Fisiatria, Radiologia e Chirurgia enologica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino, il dipartimento di prevenzione Av1, il dipartimento Salute mentale Av1 e la Scuola di Scienze Motorie dell’Università “Carlo Bo”. Senza contare il sostegno di tre associazioni culturali non profit, “Le contrade di Urbino”, “Valeria Onlus” e “Golden Brain”. Il progetto pilota mette al centro l’attività fisica, ma anche consigli nutrizionali e supporto psicologico durante il follow up oncologico delle pazienti con tumore mammario.

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